MIM ovvero minimo in mostra

Qualche settimana fa sono finalmente riuscita a visitare il celebre Museo degli strumenti musicali a Bruxelles-Brussel. L'edificio è uno dei più belli in città, nonostante fosse stato progettato come magazzino. Sarà che poco è rimasto di quella bella epoca di gusto architettonico. Vi sono andata con una collega dell'università che suona il sassofono, giusto in occasione della mostra speciale dedicata ad Adolphe Sax per il bicentenario dalla nascita.

Il museo è strutturato in sale tematiche. Partendo dal semi-interrato, ove si trovano gli strumenti automatici e quindi la storia della riproduzione musicale, passando ai piani superiori dedicati rispettivamente agli strumenti della musica occidentale, agli strumenti di altre culture del mondo e alle geniali invenzioni in campo musicale di Adolphe Sax. L'edificio ospita anche un negozio, una mostra sulla storia dello stabile ed infine un ristorante dotato di terrazza sul tetto da cui si gode una spettacolare vista sulla città. Il biglietto, €12, comprende l'audioguida, con esempi musicali da alcuni degli strumenti in mostra.

Impressione finale: insomma. La mostra è molto ricca ma gli strumenti sono solo esposti, senza alcuna spiegazione sull'evoluzione tecnica dall'uno all'altro o sulle scuole di costruttori o sui materiali o sulla produzione del suono, etc. L'audioguida non contiene nemmeno informazioni sul brano in ascolto. L'organo a canne non è minimamente considerato, ovviamente, se non nelle versioni orchestrali automatiche. Non c'è una sola sezione o immagine dell'interno di uno strumento. Paradossalmente un visitatore si potrebbe domandare come mai clavicembalo e pianoforte sembrino simili ma abbiano suoni differenti. Nessuna menzione dell'evoluzione dei temperamenti. Non c'è nessun custode nelle sale, né alcuna dimostrazione è programmata. Solo la mostra su Sax era completa di note biografiche, curiosità ed informazione sui brani e sugli esecutori.

Non ho una grande esperienza di musei di strumenti musicali. Il confronto è con quello di Berlino, piccolo ma molto curato, la sezione del Deutsches Museum di Monaco, più focalizzata sulla tecnica degli strumenti con dimostrazioni quotidiane e meccanismi da provare, e la mostra del Kunsthistorisches Museum di Vienna, ove delle tastiere (non digitali, tipo "spinette") permettevano ai visitatori di sperimentare i vari temperamenti. Il mondo tedesco ha un approccio diverso alla musica, forse più tecnico-analitico, però vedere strumenti musicali in vetrina come fossero quadri è per me limitante e limitato.