I Domenica d'Avvento

Come iniziare "col piede giusto" l'Avvento se non con una cantata di Bach sul corale "Nun komm der Heiden Heiland"? Così è stato, per la precisione con l'intera BWV 61 e seguito dai solisti (ahimè ricordo il nome solo del bravo soprano, Rutana Calugarescu), dall'ensamble orchestrale ed il coro della Lutherische Stadtkirche di Vienna, diretti da Erzsebet Windhager-Gered.

Per certi versi realizzazione casalinga, con le parti orchestrali ridotte ad un anomalo quartetto d'archi (violino, due viole e violoncello) ed al basso continuo all'organo, e dei coristi aggiunti per rimpolpare le sparute fila del coro della comunità, ma il risultato è stato egualmente professionale. Sarebbe impensabile per le realtà corali di parrocchia in Italia imbastire una cantata di Bach in 3 prove, di cui solo una mezz'ora prima del culto con l'orchestra.

Come dovrebbe essere, la cantata si è integrata pienamente nella liturgia. Il testo è particolarmente bello e significativo e la presenza di un teologo, una candidata pastora ed un membro del consiglio parrocchiale ci hanno aiutato nella sua comprensione. La calda atmosfera della comunità intera ha fatto il resto. Grazie Erzsebet! E' stato indimenticabile cantare Bach!


week-end dei Morti: parte 3

Requiem und Himmelstag. Questo il titolo di una serata particolare che ha avuto luogo nella Ruprechtskirche, la più antica di Vienna, fondendo la musica del Quartetto Wiener Melange e le riflessioni selezionate e lette dalla pastora della Lutherische Stadtkirche, Dr. Ines Knoll.

I commenti musicali della ricorrenza del 2 Novembre, evidentemente in comune con la chiesa protestante, sono stati il Quartetto n. 4 "Buczak" di Philip Glass e la trascrizione per quartetto d'archi del Requiem di W.A. Mozart fatta da Peter Lichtenthal. Sinceramente non sono rimasta positivamente colpita dal quartetto che, forse per la conformazione della chiesa, risultava spesso non affiatato o addirittura con errori d'intonazione dei singoli strumenti. L'interpretazione, al contrario, è stata interessante, molto dinamica e... romantica, anche in Mozart.




Purtroppo non sono riuscita a capire tutti testi associati, anche perché alcuni erano davvero complessi o poesie. L'ultimo brano era un commento sulle parole del Requiem aeternam, davvero bello, ma, da italiana e sostenitrice della pronuncia ecclesiastica del latino, sono rimasta allibita dall'inaspettata pronuncia "lukeat" di "luceat". Passi dover cantare "omnes ghentes", "Aghnus Dei", "in prinzipio", "dona nobis pazem" etc. etc. ma "lukeat" mi è risultato davvero indigesto, semmai mi aspettavo un "luzeat"! Mah! Mia ignoranza, probabilmente! Anche se, trattandosi di repertorio liturgico, sarebbe coerente usare la pronuncia ecclesiastica, o no?

week-end dei Morti: parte 2

Ein feste Burg ist unser Gott cantato a squarciagola. Eh già, perché domenica 31 ottobre era anche la Festa della Riforma nella chiesa protestante. Quest'anno, invece di accompagnare il culto luterano nella comunità evangelica di lingua tedesca nel mio paese con quattro turisti di numero o di terminare la messa domenicale con un "polemico" BWV 720, ho cantato nel coro della Lutherische Stadtkirche di Vienna.

Il culto, eccezionalmente in edizione anche serale, è stato davvero ben organizzato. L'accompagnamento musicale è stato pensato da Erzsébet Windhager-Geréd, la Kantorin della chiesa e quindi organista e direttrice del coro. All'inizio un solenne "Aus tiefer not" BWV 686, al centro un mottetto sull'antifona (?) gregoriana "Non moriar" e due elaborazioni a cappella del corale "Ein feste Burg ist under Gott", per chiudere con il celebre BWV 720 ed una roboante improvvisazione sul medesimo corale. Cerimonia della durata di circa 2 ore, cui è seguita una pizza con parte del coro e la direttrice... seguendo una tradizione molto cattolica ed italiana ;)

week-end dei Morti: parte 1

Sabato 30 ottobre autentico tuffo nel passato e nel mio Veneto grazie ad un concerto presso la Lutherische Stadtkirche con il coro ospite Ecclesia Nova da Verona e l'organista di origine vicentina Pier Damiano Peretti.

Il programma prevedeva brani all'organo, quali un capriccio di Frescobaldi, il Tema e Variazioni di M.E. Bossi e la Passacaglia BWV 582 di Bach, alternati a brani per coro a cappella o accompagnato all'organo, di autori antichi antichi come Victoria e Palestrina, romantici come Faurè e Mendelssohn e contemporanei (poco noti oltralpe) come Zardini e Molfino e Peretti stesso.
Ho assistito al concerto da un punto d'osservazione (ma non d'ascolto) privilegiato, visto che ho avuto l'onore di fare da registrante e girapagine al M.o Peretti, ormai da anni emigrato a Vienna ed insegnante presso la locale università musicale. Peretti è stato veramente fantastico! Pulizia e precisione erano associate a grande intelligenza e sensibilità nell'interpretazione dei brani, adattandoli all'occasione ed allo strumento, traducendoli in modo accativante a chi non li conosceva. Soprattutto è riuscito a trasformare in un piacevole e spettacolare pezzo da concerto quel Tema e Variazioni di Bossi che non sentivo dagli anni del conservatorio, ove era biascicato e massacrato dai diplomandi. Davvero bravo!
Il coro, vincitore del Festival della Coralità Veneta nel 2008, pur se a ranghi ridotti, è apparso smagliante. La direzione di Matteo Valbusa ha messo bene in luce la solida vocalità dei coristi. Secondo me, è mancata, però, la spontaneità o la passione nell'interpretazione, nell'associare un testo alla musica e nell'instaurare un dialogo con il pubblico. Pensavo fosse un'impressione, determinata dal fatto di ascoltare dalla cantoria un coro che cantava in abside, ma l'idea è stata confermata il lunedì, quando lo stesso coro ha animato la liturgia cattolica nella chiesa di St. Michael. In ogni caso, davvero bravi ed ammirevole la trasferta.